Osservazioni di follow-up a infrarossi per rilevare l'emissione radio magnetica degli esopianeti: una nuova finestra per il rilevamento degli esopianeti.

Osservazioni di follow-up a infrarossi per rilevare l'emissione radio magnetica degli esopianeti: una nuova finestra per il rilevamento degli esopianeti.

Caratteristiche degli esopianeti nell'ambito dell'evento simulato. Gli esopianeti che mostrano segnali radio rilevabili sono evidenziati in arancione. — Ph.EP astronomico

Esistono diversi modi per rilevare indirettamente gli esopianeti, come i transiti, la velocità radiale, l’astrometria e il tradizionale approccio di microlente gravitazionale. Questi metodi si basano sul monitoraggio degli effetti degli esopianeti sull’emissione o sul movimento delle stelle osservate. Tutte queste tecniche si sono concentrate sui campi ottici o infrarossi.

Tuttavia, un metodo alternativo per rilevare esopianeti tramite eventi di microlente coinvolge i pianeti in orbita attorno alla stella sorgente, creando un sistema sorgente binario. In questo studio esploriamo un nuovo modo per rilevare e studiare gli esopianeti esclusivamente attraverso le loro emissioni radio generate dai processi magnetosferici. Proponiamo di utilizzare il telescopio romano come osservatore a scansione per rilevare eventi di microlente. Successivamente, abbiamo studiato la possibilità di rilevare segnali radio planetari attraverso osservazioni di follow-up di questi eventi di microlente nella banda radio utilizzando il telescopio SKA.

Questo metodo è applicabile grazie ai livelli di emissione radio comparabili degli esopianeti e delle loro stelle madri, in contrasto con l’emissione ottica e infrarossa. Abbiamo eseguito una simulazione Monte Carlo per replicare le osservazioni fatte dal telescopio Nancy Roman, seguita da osservazioni di follow-up a radiofrequenze con il telescopio SKA.

Abbiamo determinato che circa 1.155 esopianeti mostrano segnali rilevabili con il telescopio SKA durante le osservazioni della stagione 7 con il Nancy Roman Telescope. Questo risultato suggerisce che un tale metodo potrebbe non solo facilitare il rilevamento diretto degli esopianeti, ma consentire anche di misurare l’intensità del loro campo magnetico analizzando le loro emissioni radio.

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Fatemeh Bagheri, Ramon Lopez, Amir Shahmoradi

Commenti: 13 pagine, 4 figure, presentate a Frontiers in Astronomy and Space Science
Argomenti: Astrofisica terrestre e planetaria (astro-ph.EP); Strumenti e Metodi Astrofisici (astro-ph.IM); Fisica spaziale (fisica.spazio-ph)
Citare come: arXiv:2404.14359 [astro-ph.EP] (Oppure arXiv:2404.14359v1 [astro-ph.EP] per questa versione)
Data di presentazione
Di: Fatima Bagheri
[v1] Lunedì 22 aprile 2024, 17:13:44 UTC (2.830 KB)
https://arxiv.org/abs/2404.14359
astrobiologia,

Explorers Club Fellow, ex direttore del carico utile della Stazione Spaziale degli Stati Uniti/astrobiologo, ExoTeams, giornalista, Violator Climber, Synaesthete, Na'Vi-Jedi-Freman-Buddhist-mix, ASL, Devon Island e veterano del campo base dell'Everest, (lui/lui) 🖖 🏻

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