Cody Rhodes sul perché è tornato in WWE: “Era ora”

Cody Rhodes sul perché è tornato in WWE: “Era ora”

La superstar della WWE Cody Rhodes ha parlato molto questa settimana Tornando in WWE Sei anni dopo, compresi i tre anni in cui ha fondato AEW e ha lavorato per la promozione come una grande star.

Apparire in L’urto della WWEA Rodi è stato nuovamente chiesto il motivo del ritorno. La risposta semplice è che è ora.

“È ora. Non so davvero come metterla in altro modo”, ha detto Rhodes. “È davvero ora. Amavo quello che stavo facendo e ne sono molto orgoglioso. So che le persone non vivono sotto una roccia. Vengo da un’altra azienda di cui ho amato tutto. Ma avevo bisogno di andare avanti. E l’ho ampliato un po’ in RAW, il che è fantastico perché sono stato in grado di parlare in modo sciatto e senza copione e raccontare una storia su mio padre che non tutti conoscono.

“Alcuni fan lo sanno, perché l’ho postato. Ho già il titolo di cui ho parlato. Ma non tutti conoscono quella storia, che era la mia motivazione originale e tutta la storia di origine del mio desiderio di diventare un wrestler. Per poterlo fare dì al mondo che è stato così speciale ed è stato così divertente quel giorno.” Lunedì. E c’è anche molto divertimento online”.

A Cody Rhodes è stato anche chiesto come si sentiva quando è entrato a WrestleMania 38 a causa del suo match con Seth Rollins. Ha confermato di essere in uno stato di semi-trance, come sottolineato dal suo amico e emittente AEW Tony Schiavone.

“Ero un po’ in quella che chiamo trance”, ha detto Rhodes. “Il mio amico, Tony Schiavone, me l’ha già detto. Ha detto che sembrava che fossi in trance finché non sono arrivato a metà e ho capito cosa stava succedendo, dove mi trovavo. E lo era davvero, perché per quanto ti ho detto che era tempo e tutta quella roba, non faceva parte del piano. Questa è la bella vita. È stato un momento così grande e pesante per me, non ho fatto smorfie.

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“Come wrestler, penso sempre ‘Beh, se mi vedi toccare i denti con la lingua, sorridere o sogghignare, mi sento come se fossi coinvolto. “Suono per le telecamere, faccio quello che facciamo come wrestler, star, intrattenitori, tutta quella roba. Ma sono solo io. Era così pesante. Non volevo mettere troppa pressione su come mi sarei sentito e tutto il resto, ma mi sentivo meglio di come mi sentivo”. Lo immagino. Per ottenere quel tipo di accoglienza, quel tipo di gratitudine reciproca che i fan avevano per me e i loro fan, si sentiva davvero a Dallas. Ne avevo bisogno come un esecutore.”

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